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Un elefante nella čaršija stupisce, ma non è una presenza del tutto nuova. Nel suo racconto “L’ elefante del visir” Ivo Andrić racconta di un elefante fatto arrivare a Travnik dal visir di turno. Goffo e fuori posto l’animale perde da subito la sua magnificenza e diventa il simbolo di un potere ottuso, ostile e distante. Per ciò che rappresenta, non per sua effettiva malvagità, l’animale diventa bersaglio della cattiverie della gente.
Questa mostra è un omaggio alla città di Sarajevo. Allo stesso tempo, coerentemente, celebra l’attrattiva di questo spazio urbano che è “metafora del mondo”, microcosmo dentro cui si ritrovano tutte le sfide e le complessità che esistono all’esterno. Coesistenza e diversità sono elementi caratterizzanti di questa realtà urbana, così come lo sono state, storicamente, le invasioni. Una costante che tuttavia muta col tempo. Le invasioni contemporanee sono differenti, ma non meno problematiche di quelle passate. Sono un fatto, percepito in molteplici modi e dai molteplici risvolti. Arricchiscono, ma sono al contempo potenziali minacce.
Il titolo della mostra, Welcome, si riferisce alla capacità di accogliere ma anche, più sottilmente, ad un’espressione formale che può diventare schermo dietro cui proteggersi. Questa doppia possibilità richiama le considerazioni di Karahsan sull’ambivalenza di Sarajevo (Dzevad Karahsan, City Portrait in Sarajevo, Exodus of a City. Connectum, 2010) una città in cui apertura e chiusura convivono senza escludersi a vicenda.
La mostra si terrà alla BlackBox Gallery di Sarajevo dal 27 ottobre al 2 novembre.
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