“Da quando siamo tornati a Berlino i momenti di nostalgia sono molti” mi dice Anna prima di iniziare l’intervista. Dopo sei mesi vissuti su una monofamiliare percorrendo quasi ventimila chilometri, tornare alla vita stanziale può forse provocare ciò che i marinai definiscono mal del ferro: quel sentimento di lacerante mancanza che si prova una volta tornati sulla terraferma, spingendoti prima o poi ad imbarcarti verso altri mari.
Assieme al marito Tom, agli inizi di aprile ha intrapreso un lungo viaggio attorno al Mar Nero. Lungo il tragitto hanno attraversato città dal passato mitico come Odessa o Trebisonda; incontrato il re dei Rom in un piccolo paesino nel nord della Moldavia.
Hanno calpestato le orme di popoli e civiltà scomparse o in via d’estinzione. Gli Sciti, popolo di nomadi dediti alla pastorizia, provenivano dalle sponde del Mar Nero; come ha scritto Neil Ascherson nel bellissimo Mar nero. Storie e miti del Mediterraneo d’Oriente, quando i coloni greci – una cultura stanziale di piccole città-marinare – li incontrarono, per la prima volta nella storia comparve l’opposizione tra “civiltà” e “barbarie”, e assieme ad essa “nacque l’idea di Europa in tutta la sua arroganza, con tue le sue implicazioni di preminenza, tutta la sua presunzione di antichità e superiorità, tutte le sue pretese di possedere un diritto naturale al dominio”. La penisola della Crimea fu in passato la terra dei Tatari mentre ancor oggi il Delta del Danubio è abitato dai Lipoveni russi, i vecchi pescatori dalle lunghe barbe rabbiniche. E l’elenco potrebbe estendersi agli Abchazi custodi di un’antica lingua preindoeuropea, i Cosacchi delle steppe del Ponto, le antiche Amazzoni che abitarono queste stesse pianure decine di secoli prima…
Da questa esperienza è nato un coinvolgente blog (www.thefamilywithoutborders.com), affascinante diario di viaggio con testi – “leggeri” senza per questo risultare di scarso interesse – e fotografie d’alto valore artistico ma allo stesso tempo anche agevole guida di viaggio destinata a tutti i futuri viaggiatori delle terre attorno al Mar Nero. Il vero valore aggiunto è però rappresentato da un terzo occhio che si insinua negli interstizi del sito, condizionando in egual misura parole e scatti: è lo sguardo della piccola Hannah, sei mesi di vita e una curiosità verso il mondo non ancora inaridita da una coscienza divenuta adulta. In attesa di poter conoscere anche le sue impressioni di viaggio, per il momento ci siamo affidati a quelle dei suoi genitori.
La pagina introduttiva del vostro blog comincia con la seguente affermazione: “abbiamo deciso di continuare a vivere nel modo in cui abbiamo sempre sognato”: si cela qualche altra ragione dietro alla scelta di partire? perché proprio il Mar Nero?
Hai bisogno di altre ragioni oltre a quella di continuare ad inseguire i propri sogni? L’idea era di viaggiare per sei mesi, e dopo aver preso coscienza dell’armamentario di cui necessita un neonato ci siamo resi conto che autostop, treni e aerei non erano opzioni fattibili. Così abbiamo iniziato a cercare itinerari percorribili in macchina, partendo da Berlino. L’Europa orientale ci affascina da sempre, il Caucaso ancor di più, inoltre – da non dimenticare – scegliendo questa regione avremmo potuto comunicare senza problemi poiché parliamo entrambi russo e polacco (l’unico paese dove queste lingue non ci sono state di molto aiuto è stata la Turchia). Viaggiare attorno ad un mare ci ha inoltre dato la possibilità di muoverci sempre “in avanti”, mai “indietro” – davvero una piacevole sensazione! Ancora, il tragitto si allungava su quasi ventimila chilometri, una distanza abbastanza invitante.
La Moschea blu di Bursa, in Turchia.
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Leggendo le pagine del blog, sembra che lo sguardo di Hannah abbia in qualche modo influenzato anche il vostro. Se sì, in quale modo? come cambia il Mar Nero visto dagli occhi di una bimba di sei mesi?
Il primo incontro con il Mar nero, nella cittadina bulgara di Varna agli inizi di maggio, è stato molto impressionante per Hannnah. Non riusciva a distogliere lo sguardo dalle onde (e noi faticavamo a scattare fotografie poiché la sua faccia era sempre rivolta verso il mare!). Si è comunque abituata abbastanza rapidamente, innamorandosi subito anche del contatto con l’acqua. Alla fine della giornata aveva trascorso più tempo in mare che con la sua nonna, ragione per la quale ci eravamo recati a Varna. C’è una grande differenza nel viaggiare con un neonato rispetto a quando sei solo: la sera non esci per recarti a feste sulla spiaggia, il che significa non incontrare persone giovani. Così, scartata questa fascia d’età, ti dedichi alle altre: famiglie, anziani, sei invitato nelle loro case, prendi un thé assieme a loro e in questo modo acquisisci molti più saperi sulla “vita reale” dei luoghi che visiti.
A un certo punto definite Hannah “la nostra chiave d’accesso nei cuori delle persone”. E’ stata davvero il vostro passe-partout personale per entrare più in profondità nei luoghi visitati? Ci puoi raccontare un esempio che ritieni emblematico?
Un evento significativo è stato l’incontro con il re dei rom a Soroca, in Moldavia (http://thefamilywithoutborders.com/roma-meetings-soroca-moldova-2010-06-09/). Un uomo inizia a chiaccherare con noi e in pochi minuti ci invita a casa sua. Dopo aver mangiato assieme facciamo un giro nel quartiere, dove si trova la “residenza del re”. Arrivati davanti alla casa, la moglie e le figlie del re ci invitano subito ad entrare. Non avevamo chiesto nulla, né suonato ad alcun campanello. Il semplice fatto di stare in piedi davanti alla loro porta, tutti e tre come una normale famiglia, a loro è bastato. Anche re Arturo ha iniziato subito a giocare con la bimba, mostrandosi aperto e disponibile verso tutti noi. I bambini si trovano dappertutto nel mondo: non importa a quale gruppo etnico o a quale classe sociale appartengano. Ecco perché grazie a loro è così facile entrare in contatto con chiunque. Per un fotografo o un giornalista, questo è un passaggio molto delicato: l’avvicinamento, la costruzione della fiducia con estranei.. chi non si fiderebbe di una giovane famiglia con un dolce neonato tra le braccia? Le consuete brevi parole che ci si scambia tra estranei utilizzando il piccolo come “medium” ti aprono tutto un mondo di discussioni: storia, politica e vita intera di un paese. Ci sono state anche situazioni nelle quali eravamo privi di un linguaggio comune con i nostri interlocutori – penso al campo per rifugiati in Georgia o quando viaggiavamo in Turchia – ma in ogni caso, grazie ad Hannah un caffé o un thé non ci era mai negato. Non hai bisogno di molte parole, tutta l’attenzione è rivolta verso il neonato, ma nello stesso tempo stai entrando in contatto anche con la popolazione locale.
Hannah. Vai alla pagina del blog
Neil Ascherson ha scritto: “il mar Nero ha una personalità che non si esaurisce con qualche aggettivo come «imprevedibile» o con qualche espressione come «benevolo verso gli stranieri» e che – non essendo costituita di peculiarità o epiteti ma dall’influsso reciproco di certe circostanze – non si può assolutamente descrivere in dettaglio”. Cosa rappresenta per voi il Mar Nero? in che modo definirlo?
Anche noi siamo convinti che non esistono aggettivi “fissi”, dati una volta per tutte, adatti a caratterizzare i popoli che vivono attorno al Mar Nero. Il background culturale e le attitudini degli abitanti di Bulgaria, Romania, Ucraina, Russia, Georgia e Turchia sono molto differenti. Attraversare un confine – per esempio tra Russia e Georgia – può darti l’impressione di entrare in un altro mondo, sebbene entrambi i paesi si affaccino sul Mar Nero. Popoli differenti, narrazioni differenti. Il semplice fatto che i traghetti uniscano questi paesi attraverso il Mar Nero non significa granché. Anche i colori delle onde sono differenti da paese a paese! Trovi più somiglianze – specialmente nei comportamenti o nei simboli – tra le minoranze etniche e la loro vecchia patria di provenienza, anche lontana migliaia di chilometri. Abbiamo incontrato per esempio punti di contatto tra i Tatari della Crimea e i Turchi. In ogni caso, ciò può accadere dovunque!
Esiste una fotografia – tra le tante scattate -, che rappresenta più di ogni altra la vostra idea del Mar Nero?
Racchiudere il Mar Nero in una sola fotografia è pressoché impossibile. Ma i più affascinanti punti d’osservazione del Mar Nero si trovano in Crimea. Balaklava o Yalta sono luoghi dove per un attimo potresti credere di aver trovato il paradiso terrestre: http://thefamilywithoutborders.com/balaklava-crimea-2010-07-16/.
L’esperienza più curiosa del vostro viaggio che non dimenticherete mai.
Mentre attraversavamo la Russia guidando per circa tremila chilometri abbiamo passato momenti piuttosto difficili poiché tutti i poliziotti lungo la strada ci fermavano per estorcerci denaro. Quei poliziotti russi sono l’esperienza peggiore che abbiamo vissuto lungo il nostro viaggio; ma se non altro abbiamo appreso cosa voglia dire vivere all’interno di uno Stato corrotto. In verità, quando passi metà anno “on the road” finisci per ricordarti di ogni singolo giorno. Svegliandoti ogni mattina in un luogo diverso, le giornate sono ognuna differente dall’altra. Puoi anche dimenticare i nomi delle centinaia di persone incontrate (per fortuna abbiamo la nostra agenda con note, nomi e numeri di telefono!), ma le esperienze restano dentro di te, per sempre.
Il monastero di Gandzasar, in Nagorno Karabakh.
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In che modo avete unito fotografie e testi? le une seguivano gli altri o procedevano di pari passo?
Sebbene la divisione dei ruoli sia abbastanza rigida – Anna si occupa dei testi e Tom delle fotografie -, il nostro sguardo sul mondo è molto simile e ciò ha permesso che alcune delle migliori fotografie siano state scattate da Anna, così come specularmente numerosi testi siano stati scritti da Tom. Di solito cercavamo di vagliare e selezionare le fotografie durante la sera, creando poi i testi che le avrebbero accompagnate nei vari post del blog. Dunque generalmente si partiva dalle fotografie (per il semplice fatto che erano già state scattate durante il giorno), anche se talvolta era Anna a dire “ho bisogno di fotografie per questa o quella storia” , e così il processo veniva invertito.
Oggigiorno la narrativa di viaggio vive forse un momento di stallo – se da una parte assistiamo ad una continua pubblicazione di guide e libri, a mancare è spesso la qualità. Anche i grandi scrittori si contano oramai sulla punta delle dita: recentemente è scomparso uno dei più importanti rappresentanti di tale categoria, il polacco Ryszard Kapu?ci?ski. Quali ragioni secondo voi si nascondono dietro a tale crisi? quale il vostro personale approccio a questo particolare tipo di scrittura?
Anche noi siamo molto legati a un modello di reportage profondamente serio e colto. E’ vero, negli ultimi anni il reportage ha perso spazio nei quotidiani (soprattutto a causa degli alti costi di questo tipo di scrittura) ma – almeno in Polonia – tale vuoto è stato colmato dai libri. Solo quest’anno sono stati pubblicati molti libri di valore e secondo noi si sta andando nella direzione giusta: così tanti popoli incontrati lungo il nostro percorso, innumerevoli luoghi sconsociuti meritano di essere “promossi”.
Contadini romeni a Vadu Izei, nel Maramures.
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Il mese scorso ho letto un articolo all’interno di un settimanale italiano (D – La repubblica delle donne) riguardante il vostro blog. Siete felici del crescente interesse di stampa e pubblico nei vostri confronti? pensate che queste regioni – in particolare il Caucaso – stiano finalmente iniziando ad affascinare e incuriosire i cittadini dell’Europa occidentale?
In Caucaso non girano ancora molti turisti, specialmente se si tratta di famiglie. Anche i nostri genitori erano piuttosto preoccupati quando hanno saputo del nostro viaggio in paesi come la Georgia, l’Armenia, il Nagorno-Karabakh o l’Azerbaigian. Per certi versi non ci si deve nemmeno sorprendere: i media si occupano di Caucaso solo in caso di attacchi terroristici, scontri o guerre. In molti luoghi che abbiamo visitato sino a pochi anni fa uno straniero rischiava facilmente di essere ucciso o sequestrato. Noi vogliamo mostrare un altro lato del Caucaso: genti e paesaggi colmi di fascino, che meritano assolutamente di essere visitati. Certamente fa piacere ricevere attenzione da parte della stampa. In questo modo abbiamo la possibilità di diffondere le immagini di queste regioni anche al di fuori del nostro blog. L’attenzione dei media si è rivolta in particolare alla piccola Hannah: siamo felici di ciò, poiché significa che avere un bambino non rappresenta un ostacolo alla tua vita, curiosità e crescita personale.
E’ stato difficile organizzare un viaggio di questo tipo? potete dare alcuni consigli ai nostri lettori in caso decidano di viaggiare attorno al Mar Nero?
Innanzitutto leggete il nostro blog! se non altro per evitare di incappare nei problemi che abbiamo avuto noi. In secondo luogo: trovate amici da visitare lungo il percorso (senza di loro probabilmente non ce l’avremmo fatta). Poi fornitevi di visti e cartine prima di partire. Controllate due volte se tutte le frontiere sono aperte per non rimanere bloccati da qualche parte. Non prendete fornelletti da campeggio a gas, altrimenti morirete di fame in Russia, Georgia e Ucraina, paesi in cui è impossibile trovare bombole di rifornimento. Tenete a mente che l’inglese potrebbe non essere sempre compreso. Potete poi scriverci quando volete, saremo lieti di aiutarvi!
Georgia meridionale. Vai alla pagina del blog
Un luogo che dovranno assolutamente visitare e un altro che possono evitare.
Viaggiare in Russia è stato faticoso, probabilmente se dovessimo passare ancora da queste parti (ma è solo un’ipotesi teorica, il mondo è troppo grande per calpestare due volte la stessa strada!), un’esperienza di questo tipo sarebbe sufficiente. Dedicheremmo invece maggior tempo al Nagorno Karabakh, dove siamo rimasti solo pochi giorni. In ogni caso, da visitare assolutamente: la Georgia (da cima a fondo, in ogni suo angolo! 1) per la cordialità e gentilezza della gente; 2) per gli incredibili panorami; la Crimea (specialmente la costa meridionale), il nord della Romania (la regione del Maramures); le montagne armene sulla strada per il Nagorno Karabakh. Per quanto riguarda le città: Cluj-Napoca in Romania, Sofia in Bulgaria e Tbilisi in Georgia.
Per concludere: quali sono i vostri piani futuri? state organizzate altri viaggi?
Come annunciato nel nostro blog avremo a breve un secondo figlio, dopodiché probabilmente ripeteremo questa splendida esperienza. La questione aperta riguarda la destinazione, ma abbiamo ancora tempo per decidere (il mar Nero per esempio è stato scelto appena tre mesi prima della partenza). Ora siamo molto più esperti su come caricare la macchina, gli oggetti da prendere.. e grazie al nostro blog (letto in ben 116 paesi!) abbiamo già parecchi inviti da persone mai conosciute. Abbiamo ricevuto mail dall’Uzbekistan a Cuba, quindi.. le possibilità sono infinite.
The family without borders a Varna, Bulgaria.
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