Piccola Repubblica (20.273 kmq) nel nord della regione balcanica confina ad ovest con l’Italia, a nord con l’Austria, a nord-est con l’Ungheria ed a sud con la Croazia.Percorrendola da sud a nord si passa dal paesaggio alpino del parco del Trglav e del lago di Bled (sulle cui sponde Tito aveva una propria residenza) al mare Adriatico del breve tratto di costa istriana in territorio sloveno.
E’ una delle repubbliche della ex-Jugoslavia più compatte ed omogenee rispetto alle nazionalità che la abitano.
Dei 2 milioni di abitanti l’86,9% si dichiara sloveno, il 2,8% croato, il 2,4% serbo, l’1,4% musulmano, lo 0,42% ungherese ed il 0,14% italiano.
Vengono riconosciute due minoranze etniche e linguistiche autoctone e cioè quella ungherese e quella italiana. La lingua ufficiale è lo sloveno anche se abbastanza diffuso è il serbo-croato (conosciuto da tutti coloro i quali abbiano vissuto almeno parte della loro vita nella Jugoslavia) ed in alcune aree l’italiano e l’ungherese. Vi è inoltre una forte minoranza slovena in territorio italiano ai confini con la Slovenia (in particolare nelle provin-ce di Gorizia e Trieste) e in Austria nelle regioni slavofone attorno a Klagenfurt.
Pur coinvolta meno negli spostamenti di popolazione causati dalle diverse fasi della disgregazione della Jugoslavia anche la Slovenia ha conosciuto problematiche relative a rifugiati e profughi. Non certo facilitate da un clima politico-culturale non esente da tendenze nazionaliste ed in parte xenofobe, soprattutto rispetto ai “cugini” dell’ex-Jugoslavia. Durante il conflitto in Kossovo sono stati ospitati, grazie ad una legge sul rifugio temporaneo, circa 5.000 rifugiati da quella regione. Cifre comunque relative se confrontate con le crisi affrontate in questo specifico campo da altri Stati dell’area.
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