Paesaggio invernale in Romania
Mihaela Iordache racconta come vengono vissute le feste natalizie in Romania. L’èlite economica rumena parte per il caldo – Egitto, Malta, Brasile – mentre la maggior parte delle persone si reca presso i parenti in campagna. È lì che vivono ancora le tradizioni natalizie più intense. Il protagonista principale? Il maiale.
di Mihaela Iordache, Osservatorio sui Balcani
Il numero dei romeni che partono per le vacanze invernali, soprattutto per il Capodanno, è cresciuto nel 2004 del 50% rispetto alla media degli anni precedenti. Se durante il comunismo anche la benzina era razionata e quindi non era facile fare lunghi viaggi, ora le agenzie turistiche già segnalavano qualche settimana fa una gran ressa per Egitto, Malta, Brasile e Messico.
Questo non vuol dire che i paesi caldi siano diventati i preferiti per un popolo che per 50 anni di comunismo ha passato le feste d’inverno al freddo – perché la temperatura nelle case non era molto diversa da quella fuori – ma vuol dire che anche in Romania ci sono persone con una certa disponibilità di denaro.
C’è però un abisso profondo tra questa categoria e quella della gente che fa fatica ad avere un pranzo decente per Natale. Tra queste due c’è una classe media ancora in formazione. Comunque sia, i posti nelle più note stazioni turistiche di montagna vengono presto riempiti. La tendenza è quella conosciuta anche altrove: il Natale in famiglia ma il Capodanno in compagnia degli amici.
Le montagne dei Carpazi offrono non solo un paesaggio invernale da favola ma anche la possibilità di sciare. Finora sono cinque le piste romene omologate e anche se in questo campo vi è ancora molto da fare, la situazione è migliorata negli ultimi anni e con essa è cresciuto il numero dei turisti stranieri.
Se c’è qualcosa comunque che in Romania si è adeguato subito agli standard dell’Ue questi sono i prezzi. Una settimana di sci in Romania costa infatti intorno ai 300 euro a persona. Il costo delle camere negli alberghi – soprattutto nella capitale e poi in montagna nel periodo invernale – è da capogiro.
Nelle più note stazioni turistiche dove si può sciare, come Poiana Brasov o Sinaia – nella Valle di Prahova – qualche giorno di vacanza con incluso il Capodanno in un albergo a 4 stelle parte da 600 euro e può arrivare anche a 1300. Meno cari gli alberghi da 3 e 4 stelle ad Azuga o Busteni dove per 3-5 giorni si paga tra i 450 ed i 550 euro.
Per risparmiare si può pernottare presso pensioni a gestione famigliare. Ma anche in questo caso c’è sempre il problema dei posti e quindi per la fine dell’anno bisogna prenotare molto in anticipo. A Predeal, altra nota stazione sciistica, una settimana presso una pensione a 3 stelle con il cenone di Capodanno incluso s’aggira attorno ai 200 euro.
Il turismo rurale, in crescita in Romania, rappresenta non solo un’alternativa ecologica ma anche un risparmio notevole. Le tradizioni stesse si sono conservate là, dove sono nate, cioè in campagna. E per la quiete e la semplicità dei posti, l’ospitalità della gente e la bellezza della natura, non solo turisti romeni ma anche gli stranieri scelgono spesso di festeggiare l’arrivo del Nuovo Anno nelle pensioni agrituristiche. Le più richieste sono quelle della Bucovina- ricca di monasteri ortodossi circondati de foreste imbiancate, Maramures – la zona dove è più ricco e vivo il folclore delle tradizioni invernali, Sibiu in Transilvania o Bran – la capitale del turismo rurale in Romania. Chi ha voluto passare il Natale in sintonia con le tradizioni e non si è recato dai parenti in campagna ha scelto una di queste destinazioni. Magari con attenzione perché anche per quanto riguarda le pensioni si può spendere come per un albergo. Dipende dal confort che i turisti cercano. Per una pensione di 4 margherite (equivalente a 4 stelle alberghiere) si può arrivare anche a 100 euro a persona a notte con 2 pasti al giorno.
La concorrenza è tanto dura nella zona di Bran-Moeciu, nei pressi di Brasov, in Transilvania, che tutti i proprietari di pensioni hanno costruito e dotato le case di tutto il necessario, dal bagno in camera, all’antenna satellitare e mobili nuovi fatti dai contadini con il legno che le foreste offrono generosamente. Ci sono molte pensioni dove per 39 euro (pasti inclusi) al giorno i turisti possono passare le vacanze invernali compreso il Capodanno.
Tra i clienti affezionati delle pensioni agrituristiche anche questo anno ci sono stati i diplomatici delle diverse ambasciate. Per il Capodanno si aspettano più turisti che per Natale. Turisti romeni ma anche stranieri. Questi ultimi vengono soprattutto dall’Olanda, Francia, Germania Ungheria, Austria e Isreale. Si dicono meravigliati delle tradizioni romene, dei canti di Natale e Capodanno. Sono proprio questi canti – le tradizionali colinde – l’espressione più rappresentativa delle tradizioni nelle feste romene.
“Craciun Fericit”(Buon Natale), “La multi ani”(Auguri). I romeni – cristiani ortodossi – festeggiano la nascità di Gesù Cristo il 25 dicembre, come i cattolici. Le colinde sono un momento importante del Natale. Vengono interpretate soprattutto dai giovani che, vestiti in costumi tradizionali e spesso indossando maschere tradizionali, narrano cantando la nascita di Gesù e l’arrivo dell’anno nuovo. Sono canti densi di simboli rituali. I colindatori (i cantanti delle colinde) sono spesso accompagnati da strumenti musicali e vanno di casa in casa per augurare un anno buono, felice e prospero. In cambio ricevono soldi o dolci e frutta. Questa tradizione è presente non solo nelle campagne ma anche nelle grandi città dove però è stata in parte riadattata. Non è raro vedere, presso la porta di un condominio, un gruppo di “colindatori” che, suonando ai campanelli, chiedono: “Ricevete o no i colindatori?”.
Il cibo di Natale che non è molto diverso da quello di Capodanno: l’elemento principale è la carne di maiale. E’ quest’ultimo infatti il vero protagonista delle cene e dei pranzi.
Il maiale, cresciuto dai contadini per un intero anno, viene ucciso secondo un’antica tradizione. Tutto avviene alla presenza dell’intera famiglia per la quale l’evento è una grande festa. In campagna il maiale viene ammazzato con un grande coltello puntato sulla gola. Poi gli si brucia il pelo e lo si lava. Se ci sono bambini, questi dovranno salire sul maiale perché la tradizione dice che così cresceranno grandi e sani. Dalla carne di maiale si preparano le “sarmale” (involtini di carne macinata in foglia di verza o di viti, tradizionali in Romania ma diffuse anche in altri paesi balcanici), arrosto di maiale, “piftie” (parti della testa o piedi in gelatina con l’aglio). Il dolce tradizionale è il “cozonac”, un tipo di panettone. Il pranzo di Natale e il cenone di Capodanno non sono sicuramente una cosa facile da digerire, i piatti sono moltissimi e non certo leggeri.
La sera dell’ultimo dell’anno in Romania si passa solitamente in un ristorante, fino a mattina. Negli ultimi anni nelle città principali non mancano i concerti. Quest’anno i cittadini di Timisoara potranno, per la prima volta, passare la festa di Capodanno nell’atmosfera elegante dell’Opera sugli accordi di valzer del “Pipistrello” di Johann Strauss e con una cena con caviale e specialità romene ed internazionali. Molti gli amanti delle cene élitarie in alberghi di 5 stelle come Marriotte e Hilton a Bucarest: i biglietti sono terminati già qualche settimana fa anche se il menu partiva da 110 euro fino a 149 a persona. Prezzi alti ma senza clienti (almeno finora) anche alla Villa dell’ex dittatore Nicolae Ceuasescu di Bilea Lac, una località di montagna. Per quelli che vogliono “sensazioni forti”- come ad esempio dormire nel letto di Ceausescu – il prezzo è di 250 euro di persona.
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