Abbiamo visitato l’eco-villaggio Komovi, vicino a Andrijevica.
Questi turisti viaggiano piu’ volte durante l’anno, non sono interessati ad alberghi di lusso, e non chiedono neanche quanto costa il soggiorno in uno degli eco villaggi oppure nei cosiddetti “katuni” (le capanne primitive coperte da paglia). Sono alpinisti e conoscono la geografia del paese meglio dei locali. Un gruppo simile di sloveni l’abbiamo incontrato nel “katun” Vasojevickog Koma:
“Siamo in quindici e questo nostro viaggio dura tredici giorni. Siamo partiti dalla Slovenia, abbiamo attraversato Croazia e Bosnia per arrivare fino a Mokra Gora, da dove siamo andati a Visegrad e poi siamo saliti sulla montagna Zlatibor in Serbia. Ora restiamo tre giorni qui a Komovi, cercando di salire su tutte e tre le vette, e poi andiamo verso Kolasin che si trova a Sinjajevina”.
Sembra che nel nord del Montenegro abbiano finalmente capito che le montagne e la natura intatta non sono solo per il turismo invernale, ma anche per quello estivo. Per questo sono sempre piu’ numerosi gli eco villaggi nei quali soggiornano i turisti, soprattutto stranieri, che sembra apprezzino piu’ dei locali il valore di questa selvaggia bellezza.
Un allevatore di bestiame ci racconta: “Verso il 10 giugno andiamo nei katuni e ci fermiamo fino al 1 settembre. Ci prendiamo cura del bestiame, facciamo dei lavori producendo secondo i nostri bisogni, formaggi, latte…”
L’alimentazione ecologica rappresenta ancora una possibilita’ di sviluppo per il turismo locale, ma per ora si usa solo negli eco villaggi tipo ≈†tavna. Li’ vi offriranno formaggi vari, kajmak, prosciutto, polenta ecc.
Per farlo diventare una destinazione turistica sostenibile di successo, il nord del Montenegro deve prima avere delle buone strade e poi una mirata campagna pubblicitaria, mentre il turismo si dovrebbe modernizzare in maniera equilibrata, cosi che la natura rimanga inalterata.
Torniamo al gruppo di alpinisti sloveni che ogni anno tornano in Montenegro. Gli stessi raccontano: “Per noi cosi va bene. Non c’e’ ancora troppa gente e le strade non sono così male. Ora ci sono anche delle carte geografiche buone, rispetto a due tre anni fa quando era difficile anche trovarle. Siamo stati a Prokletije e anche li hanno delle buone mappe. Non so cosa serva ancora. Forse le strade, ma meglio che non siano troppe, come abbiamo da noi in Slovenia.”
Fonte: Radio Slobodna Evropa
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