Nell’ambito della campagna di raccolta fondi per l’Associazione “L’educazione costruisce la Bosnia-Erzegovina” fondata da Jovan Divjak, pubblichiamo le testimonianze di Amra e Edis. Sono due tra i tanti giovani studenti aiutati dall’Associazione “L’educazione costruisce la Bosnia Erzegovina”, l’associazione voluta da Jovan Divjak per dare un futuro al paese e che abbiamo deciso di sostenere proprio per ricordare il generale scomparso 6 mesi fa. Di seguito trovate le loro storie. Grazie a Mariangela Pizziolo e Leonardo Barattin per la traduzione.
EDIS SALI
Uno dei migliori studenti a cui l’Associazione ha offerto le borse di studio è Edis Sali. Ha mantenuto una media dei voti alta durante il suo percorso scolastico, e ora frequenta le superiori con ancora maggiore passione. Edis dice che, anche se non sempre il percorso è stato facile, ne è valsa la pena ed è orgoglioso dei suoi successi. «Fin da quando ero bambino, sogno di diventare parrucchiere: è quello che voglio fare e spero di riuscirci. Vivo a Zenica e frequento il Liceo professionale Mladost. Il mio percorso di studi è stato diverso da quello dei miei coetanei. Anche se non avevamo i soldi per permettermi un’istruzione, io mi sono impegnato più che potevo. La mia famiglia stava vivendo un momento di crisi molto difficile, ma ho comunque ottenuto ottimi risultati dalla prima alla nona elementare».
Edis dice che i bambini rom sono molto spesso separati dagli altri e che, nelle scuole, esiste una forma di discriminazione. Fortunatamente lui non ha avuto questi problemi, è stato accolto dai suoi coetanei e non si è mai sentito rifiutato. In effetti sono davvero poche le differenze tra i costumi della sua famiglia e quelli dell’ambiente esterno. «Amo i miei e rispetto gli altri. La mia famiglia è molto importante per me ed è il mio sostegno in tutto. Amo tantissimo i giorni festivi, quando siamo insieme siamo i più felici!».
Edis adora la sua città e gli piacerebbe costruire proprio lì il suo futuro. Se riuscisse ad assicurarsi un reddito stabile, rimarrebbe in Bosnia-Erzegovina. Allo stesso tempo, se gli verrà offerta una migliore opportunità all’estero, non se la farà sfuggire. «La parte della città che preferisco è Blatuša, la zona in cui ho trascorso la mia infanzia. Mi piacerebbe aprire la mia bottega di parrucchiere qui, da qualche parte. Voglio lavorare onestamente e guadagnare abbastanza per me e per la mia famiglia. Il desiderio di riuscirci mi rende molto più motivato a lavorare e studiare. Non ho avuto molto nella mia vita e ho dovuto fare molte rinunce, vorrei che il lavoro mi desse la possibilità di permettermi tutto ciò che mi serve e di esaudire i miei desideri».
I consigli di Edis: «Vorrei dire a ogni i membro della minoranza rom di impegnarsi il più possibile per raggiungere i propri desideri e obiettivi. Con impegno e molta fiducia in se stessi, è possibile realizzare ogni sogno».
AMRA TAHIROVIĆ
Nel periodo più delicato della vita, quello adolescenziale, le ambizioni e i desideri cambiano quasi ogni giorno, ma questo non è il caso della nostra “stipendista” Amra Tahirović. Da lungo tempo il suo sogno è il camice bianco, nel quale vede le più belle ed eroiche qualità che una persona possa avere. Una di queste è l’umanità, che Amra mette al primo posto tra tutte le qualità umane. “Vado alla Scuola superiore di Medicina a Zenica. Mi sono iscritta qui prima di tutto perché, tra tutte, è la professione più umana. Attraverso questa formazione e questo lavoro ogni persona raggiunge un più alto livello di sentimento e umanità. Sin da piccola mi sono immaginata come dottoressa ed eroina per qualcuno al quale salverò la vita e darò una nuova opportunità per nuovi traguardi”.
Amra ha avuto una bella infanzia, giorni pieni di risate, giochi e divertimento con i compagni alle scuole elementari. Le persone della sua cerchia erano buone, gentili e accettavano di buon grado altre nazionalità. Le nuove tecnologie spesso sono uno strumento per esprimere crudeltà e Amra mette in guardia sulla violenza tra giovani coetanei attraverso l’uso dei social network. “Durante il periodo scolastico ho vissuto solo situazioni positive. Ho imparato molto e l’ambiente circostante mi è stato di aiuto. Più precisamente, ho avuto la fortuna di frequentare la Scuola elementare e media “Miroslav Krleža”, dove ho avuto insegnanti che mi hanno dato un’istruzione di qualità, hanno allargato la mia conoscenza, la mia cultura generale ed il mio sentimento di appartenenza. Qui ho veramente compreso cosa significhi appartenere ad una comunità, impegnarsi e dare il meglio di sé per essa. Per la mia esperienza, posso dire di non aver mai subito discriminazioni in alcun campo della mia vita. Quello che ho osservato da altri casi sono la violenza tra coetanei ed il mobbing su internet e vorrei che la nostra legge prevedesse pene più severe e che ci fosse una maggiore attenzione dei media a questo problema, in modo che la nuova generazione potesse vivere in un ambiente più sano”.
Amra rimarrà in Bosnia-Erzegovina dopo la fine degli studi. E’ legata al suo Paese e alla sua città e l’amore verso la sua professione la motiva a voler vedere un giorno il titolo di dottoressa davanti al suo nome. Per raggiungere questo obiettivo la aiuteranno le persone a lei più vicine dandole sostegno. “Sono figlia di questa terra. Ogni cultura che appartiene alla Bosnia-Erzegovina è anche mia. Rispetto tutte le differenze e sono orgogliosa di vivere in questa varietà di culture, nazionalità e religioni e dell’eredità dei nostri antenati. Questa è una terra di convivenza, di accettazione dell’altro e di ciò che è diverso. Sono nata in una famiglia sana che mi dona amore e sostegno incondizionati. Qui ho tutto ciò che amo. Vorrei rimanere e lavorare nel mio Paese, contribuire con la mia presenza e con la mia conoscenza nella misura in cui mi è possibile. Lo ritengo una mia responsabilità nei confronti della comunità. Amo il mio Paese e mi sento un’umanista nell’anima. Con il mio esempio desidero dimostrare alle nuove generazioni cosa significhi essere una grande persona, un patriota ed un umanista – esattamente come ha fatto il nostro generale Jovan Divjak in tutta la sua vita”.
Ogni giorno per Amra è una nuova occasione per imparare. Parla fluentemente l’Inglese, il Tedesco a livello di base e desidera imparare il Francese. Dice di essere felice e forte e che la volontà non le manca. “Per me giocano un ruolo fondamentale l’ambizione ed il desiderio di avere successo, non solo nel campo professionale, ma anche per il raggiungimento di altri sogni. Desidero impegnarmi nel campo della ricerca, ricercare medicine per malattie incurabili. Questo sogno mi dà la motivazione ogni giorno!”
Amra è cresciuta in una famiglia piena d’amore e nello stesso modo si comporta verso tutti: con rispetto, il sorriso e offrendo la mano. “Dall’esempio dei miei genitori ho imparato che la nazionalità e la religione non influenzano il futuro. Lo sforzo, l’impegno, la beneficienza, il rispetto per sé e per gli altri sono la base della persona buona. Ogni persona è ciò che porta dentro di sé e nella misura in cui s’impegna altrettanto riceve dalla vita e dalle altre persone. In genere, ognuno dà valore all’umanità e allo spirito di sacrificio. Dobbiamo dare amore per poterlo ricevere, mostrare rispetto per riceverlo. Dobbiamo avere in sé morale ed etica e quando ti armi di questo allora puoi abbattere i pregiudizi”.
Il consiglio di Amra: “Suggerirei ai giovani di ampliare i loro punti di vista, di istruirsi, di avvertire la loro responsabilità verso la società; di essere in primo luogo buone persone e di dare tutto di sé nelle loro professioni per permettere al nostro Paese di progredire. Solo attraverso esempi positivi possiamo motivare i giovani. Dobbiamo essere ambasciatori delle nostre scelte e del nostro Paese. Presentiamo noi stessi ed il nostro Paese nella luce più bella!”
Se desiderate saperne di più su OGBiH (“Obrazovanje Gradi BiH”-“L’educazione costruisce la Bosnia-Erzegovina”), vi invitiamo a leggere la seconda parte del nostro appello cliccando sul link https://www.viaggiareibalcani.it/ricordiamo-jovan-divjak…/
Si può dare il proprio contributo per ricordare Jovan Divjak sostenendo l’associazione “L’educazione costruisce la Bosnia Erzegovina”:
– tramite paypal su account info@viaggiareibalcani.net
– tramite bonifico bancario sul conto corrente intestato a Viaggiare i Balcani APS. IBAN: IT37W0830401845000045355233
Indicando il proprio indirizzo mail al momento della donazione si riceveranno 4 vignette inedite con le barzellette di Suljo e Mujo che Jovan Divjak amava raccontare alla fine di ogni incontro con lui.
Le testimonianze in lingua originale possono essere lette sul sito dell’associazione, cliccando:
Druga strana romskih priča: Edis Sali
Druga strana romskih priča: Amra Tahirović