Eccoli! Arrivano da due parti diverse: quelli con la targa serba (sono quattro) dal centro di Novi Sad e quelli con la targa italiana (sono sei) dalla direzione opposta, dall’autostrada. Il punto di arrivo è lo stesso: il piazzale alto della Fortezza di Petrovaradin!
Uno degli aspetti più interessanti del Tour della Serbia è dato dal fatto che il gruppo è misto e ne fanno parte gli unici ‘cinquini’ che sono attualmente in circolazione in Serbia. L’appuntamento è alla Fortezza di Petrovaradin, che sovrasta la città di Novi Sad con la sua maestosità ed eleganza. Uno dei meglio riusciti esempi di architettura militare austro-ungarica, la fortezza è il posto ideale per cominciare il Tour: Vesna, la Direttrice del Museo, e il suo staff, hanno da sempre appoggiato con entusiasmo l’idea, al punto di voler organizzare la serata di accoglienza nella loro sede.
Il gruppo proveniente dall’Italia sta tardando, causa guasto meccanico di uno dei cinquini in autostrada. Nel frattempo, il gruppo serbo è arrivato alla fortezza e si è già schierato in bella mostra. C’è un gran movimento e una fervente attesa; gli ospiti vengono intrattenuti con dell’ottimo ‘Neoplanta’, un vino bianco locale, e hanno la possibilità di visitare i locali del Museo. Ed ecco che – tutto ad un tratto – spunta la colonna di cinquini che si annunciano con l’inconfondibile suono di clacson. Tempo di parcheggiare e di scendere e scoppia l’applauso! Al microfono Vesna e Giorgio si alternano nei saluti e ribadiscono lo stesso concetto di fondo; quello che la valorizzazione del patrimonio culturale e naturale passa attraverso il mantenimento in vita di questi beni culturali attraverso l’organizzazione di eventi molto mirati: come il Tour della Serbia con le 500. La festa inizia e la folla di curiosi si accalca attorno alle macchine facendo le domande più varie.
Dopo una veloce rinfrescata, si va tutti a cena in uno dei ristoranti tipici che ci si affacciano sulla spendida terrazza, da cui si gode un panorama mozzafiato sul Danubio e la città di Novi Sad. Vengono serviti piatti locali e i partecipanti fanno il primo incontro con la musica locale: un gruppo di ‘tamburashi’ che accompagna la cena assieme alla voce di Branko, un bravissimo tenore di Sombor che ha studiato in Italia e – per l’occasione – si è unito al gruppo. Alla fine della cena, ecco spuntare la sorpresa: un’enorme torta a forma di cinquino di colore…rosa!
Siamo tutti molto stanchi ma prima di andare a letto Atila, uno degli esperti del Museo e da sempre fan del Tour, si offre come guida nei sotterranei della Fortezza: come dire di no? Si parte – scendendo – alla scoperta della ‘Fortezza sotterranea’: per mezz’ora percorriamo una minima parte degli oltre 22 km di cunicoli e gallerie che i progettisti della Fortezza avevano previsito per permettere ai soldati di stanza (esercito austro-ungarico) di difendersi da qualsiasi attacco dei turchi.
Come inizio non c’è male! Tutti a letto per essere pronti al giorno successivo!
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