Di certo un turista che decide di andare in Bosnia, fa una scelta ben precisa, ponderata e perlopiù frutto dell’esigenza di avvicinarsi ad un mondo che è al contempo cosi vicino fisicamente e cosi lontano dal nostro modo di pensare e di affrontare la vita.
Molti turisti italiani conoscono le coste croate e cominciano da qualche anno ad apprezzare le coste montenegrine, ma pochi ancora si addentrano ad esplorare le meraviglie dell’entroterra bosniaco. Cibi, bevande, danze, feste più o meno religiose e manifestazioni culturali sconosciute ai più meriterebbero di avere risonanza in un pubblico ben più vasto di quello che sceglie di venire in queste terre per attività di volontariato o lavorative.
Ecco che allora non c’è esperienza migliore che quella di beneficiare della rete del turismo responsabile, che si è costituita a Prijedor nel 2003 dopo un breve corso di formazione organizzato dall’Associazione Progetto Prijedor e dall’Associazione Tremembé Onlus. La maggior parte degli aderenti sono donne che considerano questo lavoro come un’opportunità per lavorare a casa e a promuovere i valori e le tradizioni locali, aprendo al contempo le loro porte a nuove culture.
Nel 2007 quella rete ha formalizzato la sua struttura e si è costituita in associazione registrata con il nome di Promotur, che comprende circa 15 famiglie, alcune delle quali sono disponibili anche ad alloggiare, altre invece solo alla preparazione di cene tradizionali.
Gli ospiti vengono cosi immersi completamente nella realtà bosniaca, mangiano i cibi tipici, assaggiano la famosa rakija (grappa fatta in casa, minimo 40 gradi alcolici!!), e, con l’aiuto di interpreti- facilitatori culturali, hanno la possibilità di dialogare con la gente del posto ponendo le basi per un proficuo scambio culturale.
Inoltre, delle guide, che parlano perfettamente l’italiano, accompagnano gli ospiti a visitare la città di Prijedor, la chiesa ortodossa, quella cattolica, le moschee, e le chiesette in legno risalenti al tardo periodo ottomano e le cui splendide icone sono state portate proprio in questo periodo a Belgrado per il restauro.
Per quanto riguarda le bellezze naturalistiche, a Prijedor si può passeggiare lungo le rive del fiume Sana e nei pressi di Prijedor degne di nota sono sicuramente le Cascate di Martin Brod.
Un’altra bellezza di Prijedor, tristemente nota per i terribili episodi di eccidi durante la seconda guerra mondiale e durante le guerre degli anni ’90, è il Parco Nazionale del monte Kozara, che sta tornando a nuova vita grazie ad un ambizioso progetto di rivalorizzazione volto alla creazione di un percorso ambientale, storico e artistico.
Anche questo, come molti altri progetti realizzati nella municipalità di Prijedor, è frutto della cooperazione decentrata portata avanti da continui scambi e collaborazioni tra la municipalità di Prijedor e molti paesi della provincia di Trento, il tutto coordinato dall’Associazione Progetto Prijedor a Trento e a Prijedor dall’Agenzia per la Democrazia Locale, nata nel 2000 è un istituto previsto dal Consiglio d’Europa, e per promuovere la costruzione di una democrazia dal basso e di un’Europa dei cittadini (ora nei Balcani sono presenti 10 ADL).
Il progetto del percorso, in particolare, è frutto della collaborazione tra il Parco Nazionale del Kozara e il Parco dell’Adamello Brenta.
Il percorso ambientale sta procedendo tramite la predisposizione di sentieri in ghiaia, quello storico, prevede una serie di cartelli con la ricostruzione dei maggiori avvenimenti storici svoltisi sul Kozara, quello artistico portato avanti dall’Associazione di Giovani Artisti di Prijedor.
TAC.KA è un’associazione costituita nel febbraio 2007 da una decina di ragazzi e ragazze che frequentano l’Accademia di Belle Arti di Banja Luka. Lo scopo che si prefiggono è quello di migliorare la qualità della vita e l’offerta culturale nel territorio in cui vivono, un modo per creare una ragione per restare in Bosnia anziché fuggire non appena se ne presenta l’occasione. Il nome di questa associazione in italiano significa Punto, qualcosa di cosi piccolo quasi invisibile, ma dopo un punto di solito c’è sempre un “a capo”, si ricomincia, si rifà, si riparte. Arte concettuale, arte che trova mille modi per sviluppare e interpretare un concetto di per sé semplicissimo.
Stili e modi di pensare l’arte diversi ma tutti accomunati dal desiderio di unirsi per realizzare i loro obiettivi con più forza ed incisività.
A Banja Luka, alla riunione con il Ministro della Cultura, erano una decina tra ragazzi e ragazze raggianti e un po’ increduli che il Ministro si interessasse proprio ai loro progetti e che si impegnasse a sostenere economicamente una parte delle spese di Arte Kozara.
Entusiasmo alle stelle ed eccoli riuniti sul monte Kozara per questo primo laboratorio di Arte e Natura, che prende spunto dall’esperienza di Arte Sella, un parco a Borgo Valsugana, un piccolo paesino della Val di Sella in cui ogni due anni si riuniscono artisti di tutto il mondo per realizzare opere d’arte con elementi naturali. Rispetto alla Land Art, ha chiarito il direttore artistico Montibeller, venuto a visitare Arte Kozara, l’Arte e Natura non rappresenta un momento di denuncia del degrado ambientale, ma va oltre, promuovendo dei lavori in cui l’opera costituisca un valore aggiunto, un modo diverso di vivere il territorio in cui viviamo, la natura, mantenendo pur sempre la consapevolezza che si tratta di opere che la natura stessa distruggerà. Arte e Natura è un modo per lasciare alle generazioni che verranno, non tanto delle opere d’arte, ma uno spazio in cui la natura sia rispettata e l’arte esalti le sue bellezze.
L’artista ha inoltre un compito sociale fondamentale, quello di interpretare il periodo storico in cui sta vivendo ed essere un esempio positivo per la propria comunità. In Bosnia quindi dovrebbe farsi carico di favorire il superamento delle barriere inter-etniche eredità della guerra. Aprirsi a nuovi orizzonti artistici, invitare artisti provenienti da Paesi lontani può aiutare a mutare la percezione dell’altro, a ridimensionare le differenze tra popoli che hanno radici culturali molto simili.
I ragazzi di Tacka hanno trascorso un’intera settimana nel parco, ospitati in alloggi di proprietà del Parco Nazionale. Legno, foglie, sassi, fantasia e giornate di sole: ognuno di loro ha sviluppato il proprio progetto e ha lasciato la propria impronta in questa prima edizione di Arte Kozara.
I giovani artisti di TACKA rappresentano il futuro, sono l’emblema di una Bosnia che vuol far parlare di sé lasciandosi alle spalle la pesante eredità degli anni ’90, e l’Associazione Promotur mira a recuperare ciò che del passato è degno di essere preservato: le tradizioni culinarie e culturali.
Un ponte tra passato e futuro per mettere in luce le risorse locali esistenti e favorire talenti emergenti: ecco perché vale la pena scommettere su Prijedor!
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