La città, che sorge su un pianoro, è delimitata da una prima cinta muraria formata da blocchi molto grandi di calcare provviste di torri a protezione di un’area di circa 25 ettari mentre un muro di rinforzo si trova lungo il lato meridionale dell’acropoli che appare ben conservato.
Circa un secolo più tardi venne costruita una nuova cinta muraria lunga circa quattro chilometri, per inglobare i nuovi insediamenti per una superficie di 130 ettari. Tuttavia il centro abitato si estese, nel periodo di maggiore prosperità, oltre il perimetro fortificato.
All’interno della prima cinta muraria, si sviluppa l’area archeologica di Apollonia con il Tempio di Artemide di cui si intravede la pianta originaria l’obelisco, simbolo di Apollo e della città, che si ritrova impresso anche sulle monete; nei pressi si conservano i resti di un arco a tre fornici.
Unico elemento ancora integro dell’antica sede della democrazia apolloniate, è la suggestiva facciata rivolta a nord del Bouleterion, l’edificio più importante della città adibito alle riunioni del Consiglio e per l’esercizio della Giustizia chiamato un primo tempo Monumento degli Agonoteti, che presenta un frontone con sei colonne di marmo con capitelli corinzi e gli scalini di pietra bianca.
Sull’architrave della facciata un’iscrizione informa che l’edificio fu eretto nell’età degli Antonini (II secolo d.C.) da Q.Villio Crispino Furio Proculo, pritano cioè magistrato, agoneta cioè responsabile dei giochi e gran sacerdote a vita, in onore del fratello morto, ufficiale dell’esercito e agonoteta.
Non lontano dal Bouleterion vi era la biblioteca, e un altro edificio che ha restituito cinque grandi statue di togati ed è stato perciò chiamato La Casa dei Magistrati. Presso uno dei muri del terrazzamento dell’acropoli sorge l’Odeon romano del II secolo d.C destinato agli spettacoli musicali e un complesso monumentale costituito da un lungo porticato formato da 17 nicchie e una passeggiata coperta di ben 77 metri lungo la quale paiono ancora aggirarsi i peripatetici, assorbiti nelle loro accese discussioni filosofiche.
Nel corso di recenti scavi è venuto alla luce un ninfeo monumentale di età ellenistica, con un colonnato dorico alimentato da una sorgente posta sulla collina. Ad Apollonia sono state scavate numerose case d’abitazione di età imperiale che hanno restituito splendidi mosaici policromi.
A nord-est della città in prossimità delle mura di cinta, è stata scavata l’officina di un vasaio, preziosa testimonianza delle attività artigianali presenti nel centro.
Testimonianze cristiane sono un monastero bizantino, situato nella seconda cerchia di mura, che si dice parzialmente sovrapposto ad un tempio di Apollo, il cui refettorio è decorato da affreschi del XIII secolo e la chiesa anch’essa bizantina di Santa Maria edificata nello stesso periodo. L’edificio ha una forma singolare: si tratta infatti di un parallelogramma, per cui la cupola si appoggia su un basamento di forma ovale.
Straordinari i capitelli romanici che rivelano l’influenza veneziana e i frammenti di affreschi sulla facciata dell’esonartéce (portico che nelle chiese bizantine precede l’entrata) effigianti la famiglia imperiale bizantina dei Paleologhi.
Di Apollonia si conosce anche la necropoli, che si estende nella vallata; le tombe che si distribuiscono in un arco di tempo che va dal VI secolo a.C. a tutta l’età imperiale presentano caratteristiche ornamentali tarantine a testimonianza degli stretti legami culturali esistenti tra le due sponde.
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