1. Nel tuo blog ti descrivi come viaggiatore eco-sostenibile.
   Cosa caratterizza il tuo viaggiare? Ecosostenibile perché penso che ormai la questione ambientale debba diventare presente in ogni aspetto della nostra vita. Per quanto riguarda Yugoland, ad esempio, abbiamo voluto compensare le emissioni di Co2 prodotte dai viaggi e dalla stampa del libro. Libro che è stampato su carta riciclata al 100% certificata FSC. In generale, quando viaggio, cerco sempre di scoprire le tradizioni di una paese, provo a cercare quello che la modernità ha cercato di travolgere col suo irrefrenabile flusso.

2. Hai viaggiato molto e in varie parti del mondo. Perchè scrivere un libro proprio sui Balcani?

Ovviamente ogni parte del mondo meriterebbe di essere raccontata, ma ho sentito l’impulso di scrivere sui Balcani perché sono una regione con la quale confiniamo, ma a tale vicinanza geografica non corrisponde una vicinanza di percezione: viviamo i Balcani come lontani da noi. Invece quei popoli sono nostri vicini, geograficamente, ma anche culturalmente, per alcuni aspetti. Ecco, con Yugoland ho cercato nel mio piccolo di coprire questa distanza e raccontare i Balcani per quello che sono, cercando di andare oltre le guerre degli anni ’90.

3. Una guida enopolitica fatta di incontri, foto, interviste, fumetti, spiagge, resoconti musicali e consigli gastronomici. Dove e quando nasce l’idea di questo libro?

Un paio d’anni fa passai un certo periodo di tempo in un piccolo villaggio della Vojvodina. Il campo era finalizzato a riparare le bicilette Pony, una sorta di Graziella della ex Jugoslavia, per poi riconsegnarle alla cittadinanza. Poi, viaggiando per l’ex Jugoslavia ho scoperto come questa bici si potesse trovare in tutti le repubbliche sorte dalle ceneri del vecchio stato balcanico, come se fosse qualcosa che ancora univa in profondo, nella vita quotidiana, quelle popolazione. Allora sono partito, alla ricerca di questi elementi che accomunano ancora oggi la ex Jugoslavia.

Ragona

4. So che è difficile, ma riesci a descriverci un episodio significativo e che ti è rimasto impresso dei tuoi viaggi/incontri?

Sicuramente la statua di Rocky Balboa che si può trovare a Zitiste, nel nord della Serbia, dedicata al personaggio dei film perchè secondo i cittadini del luogo era qualcuno a cui si potevano ispirare per superare la crisi economica che colpì la Serbia all’inizio degli anni 2000. E poi i racconti sulla ex Jugoslavia e sulla guerra di Bruno, presidente della comunità italiana di Bosnia. Gli italiani di Bosnia sono per la maggior parte trentini emigrati in Bosnia all’epoca dell’impero austroungarico nell’800. Bruno, che invece ha origini milanesi, vive a Sarajevo ed è qualcuno che quindi ha visto l’assedio da vicino senza esserne direttamente parte in causa. Una voce diversa da quella dei resoconti ufficiali.

5. Molto interessante è anche l’utilizzo del fumetto come mezzo di racconto. Come nasce la collaborazione con Gabriele Gamberini? 

Gabriele per BeccoGiallo aveva già disegnato Dossier G8. Però conosce molto bene i Balcani, per cui, fra i disegnatori di BeccoGiallo era sicuramente il più adatto a questa avventura.

6. Prossima meta per quest’estate?

Voglio andare oltre i Balcani… nel senso che punto a scoprire l’Ucraina. Ho già iniziato delle letture e mi sembra molto interessante. È possibile che al ritorno mi fermerò in Romania e Moldova. E perché no… magari Transistria. Non mi pongo limite particolari: vado dove mi porta il caso.

 Yugoland, copertina libroGuida contro-turistica ad un paese che (forse) non c’è più. Costruita sul campo con testi, disegni e foto dal viaggiatore eco-sostenibile Andrea Ragona e dall’artista Gabriele Gamberini.
Clicca qui per visualizzare la scheda completa del libro.

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