Alla partenza da Valjevo la stanchezza della lunga ‘maratona sotto il sole’ (ogni giorno c’erano più di 35 gradi!) si legge tutta sulle nostre facce! Si parte per l’ultimo giorno, che è sempre il più particolare, perché si ha tutta l’esperienza alle spalle e si comincia a pensare al ritorno a casa.
Dopo il briefing si decide di tagliare una sosta in modo da arrivare a Belgrado il più presto possibile. E poi via, si riaccendono i motori, che con il loro tipico scoppiettio creano subito una simpatica atmosfera.
La prima sosta è prevista alle Terme di ‘Vrujc’ dove ci attende una simpatica sorpresa: tutti i cinquini vengono allineati a bordo piscina e – con gran stupore per gli ospiti in costume da bagno – ci si mescola alla folla dei curiosi per una bel drink rinfrescante!
E’ difficile lasciare una postazione così attraente, però ci aspetta ancora un bel pezzo di strada prima della prossima sosta in programma a Oplenac. Ci arriviamo molto accaldati e il primo desiderio è quello di una pausa all’ombra con una bevanda dissetante.
Ci aspetta una simpatica guida che ci fa visitare il Palazzo del Re Pietro I Karadjoirdjevic e ci racconta la storia della sua vita. La chiesa – da lui voluta e ultimata dal figlio – fa parte della seconda parte della visita. Siamo tutti a naso all’insù attratti dalla magnificenza dell’enorme superficie a mosaici (le cui tessere provengono da Murano) che ricopre tutte le pareti interne, riproducendo alcuni tra i più importanti affreschi delle chiese e dei monasteri della Serbia.
Facciamo pochi chilometri e ci si ferma per l’atteso pranzo: nonostante – come abbiamo sempre fatto – si ordinino le ‘mezze porzioni’ (concetto difficilmente comprensibile ai ristoratori serbi) i piatti arrivano sempre abbondanti: “immaginatevi le porzioni normali!” sbotta simpaticamente uno di noi.
Si riparte: Belgrado ci attende! Nell’ultimo pezzo di strada si si cerca di evitare il traffico in ingresso alla città che nei week-end è sempre molto sostenuto. La manovra riesce agevolmente perché passa in testa al gruppo il nostro partecipante locale, che ci guida attraverso le stradette secondarie.
All’arrivo all’albergo ci aspetta una troupe della televisione nazionale che ci riprende in movimento e poi intervista un paio di noi (italiani) per chiedere delle impressioni sul paese: i due aspetti che emergono in entrambe le risposte sono l’ospitalità della gente e la bellezza dei paesaggi!
La città di Belgrado ha voluto accoglierci con una sorpresa: il giro nell’autobus turistico dopo il tramonto, regalando così una bellissima suggestione finale a chi non aveva mai visto la città.
Il programma ufficiale si chiude con il ‘Cinquino Night’, ospiti del Museo dell’Automobile di Belgrado. La sorpresa è la 500 di Tito (una delle due che Agnelli gli aveva regalato nel 1961, modello ‘Jolly’ carrozzata Ghia) che fa bella mostra di sé tra le tante altre esposte, con il suo tettuccio di tela e i sedili ‘impagliati’. Si continua guardando una selezione delle (quasi 4000) foto scattate durante il Tour: tornano i sorrisi e gli applausi ogni qualvolta si vede una foto che evoca un momento particolarmente simpatico!
Un ultimo giro in notturna per la città di Belgrado che ha sempre molto da offrire in questo senso e poi via a letto. La partenza – per il gruppo che rientra in Italia a bordo del proprio cinquino – è fissata alle 6!
All’alba della domenica il gruppo parte facendo tappa a Novi Sad per recuperare il furgone che era stato riparato nel frattempo e all’interno del quale viaggerà d’ora in poi il cinquino di uno dei partecipanti.
Dovidjenia Serbia!
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