Ieri è stata presentata a Milano la nuova guida sulla Croazia della Clup DeAgostini da lei realizzata. Lei nei giorni scorsi ha definito questa pubblicazione non solo una guida ma anche un libro, un diario di viaggio, e di bordo. Si esce quindi dai cliché della guida turistica tradizionale?
Le Clup nascono come guide lontane dai soliti manuali di viaggio, non propongono ritratti cartolina, ma un percorso da costruire insieme al viaggiatore/lettore. Nel mio libro riprendo i suggerimenti mille volte ripetuti agli amici che venivano a trovarmi, durante i quattro anni che ho vissuto in Croazia; racconto, con leggerezza e schiettezza, luoghi e incontri di un Paese che ho imparato ad amare… Alle informazioni pratiche necessarie al viaggio, ai consigli utili, nati dall’esperienza personale, si mescolano le chiavi di lettura per affrontare un mondo sconosciuto. Dico ciò per una ragione precisa.
In Croazia i paesaggi ti colpiscono, si resta quasi imbarazzati dalla prepotente bellezza della natura. A un passo delle coste italiane c’è un paradiso!, ripetevano i miei amici. Poi però erano colpiti dalla diversità (di temperamento, di vita, di storia), emergeva la difficoltà di avvicinare quello che chiamerei un Altro Mediterraneo. Ecco, forse più che un diario, ho voluto disegnare una mappa, per orientarsi simbolicamente, per capire, e naturalmente per trovare le mete adatte al nostro viaggio! Si parte dai luoghi, (perlustrati, raccontati, descritti), per poi passare a storie, curiosità e incontri/interviste. Il viaggio simbolicamente inizia con un intellettuale molto amato in Italia, Predrag Matvejevic, che firma la prefazione, poi prosegue alla scoperta di altri personaggi: scrittori, registi, quel mondo in fermento, colto e originale che si nasconde dietro questa giovane nazione. Croazia 2005 Clup – De Agostini Lei ha vissuto alcuni anni in Croazia e la guida è anche il frutto di quell’esperienza. Quali i modi attraverso i quali ha “scoperto” questo Paese, la sua natura , le sue città e la gente che vi abita? Ho scoperto il Paese prima viaggiando a piedi, in autobus, in barca, andando a esplorare ogni anfratto e lasciando che i luoghi, da soli, parlassero. In Croazia le pietre e la terra raccontano la storia meglio di qualsiasi libro. Parallelo a questo viaggio ho percorso un cammino fatto di parole: attraverso le persone e i libri. Il mondo slavo è un universo di grande verbosità. Mi sono immersa in parole e storie per esplorare ragioni, contraddizioni e sogni di un popolo molto vivace intellettualmente, polemico, eternamente alla ricerca di un proprio destino. Uno dei contrasti più forti in questi anni in Croazia è quello tra i turisti sulla costa e le situazioni di estremo disagio che si possono riscontrare nell’immediato entroterra, in particolare nella zona delle Krajne, a pochi chilometri dal bellissimo mare.
Come ha vissuto personalmente questo contrasto? Si sta sviluppando un turismo che non sia solo crema da sole e maschera da sub ma qualcosa in più? Dedico diverse pagine alla zona delle Kraijne come terra di guerra e di frontiera, raccontando le radici dei tragici avvenimenti che l’hanno vista coinvolta. E’ difficile che i turisti si avventurino in queste zone. Forse andando a visitare, ad esempio, il parco del fiume Krka, possono vedere durante il tragitto ancora le case distrutte, ma in generale credo che il disagio di cui parlate non è percepibile per il turista. In questi ultimi tempi il Paese è cambiato notevolmente. Ricordo che nel 1999, l’anno del mio arrivo in Croazia, mi colpì molto il clima teso di un dopoguerra aspro che si avvertiva anche nelle zone costiere, lontane dalle aree del conflitto. Oggi chi viaggia nelle zone colpite dalla guerra (nelle Krajine, come in Slavonia) accanto alle macerie, vedrà le case nuove. Nulla è tornato come prima, ma i segni di un cambiamento si fanno sentire, ed è giusto sottolinearlo per il futuro delle popolazioni che abitano in quei luoghi. Le campagne della Slavonia, ad esempio, guardano al futuro, anche al turismo forse. Durante un viaggio recente ho incrociato lungo le strade di queste regioni i primi cicloturisti e qualche insegna che annunciava un agriturismo: campi di girasoli e un fattoria in legno. Questo è un buon segno per le terre più martoriate dalla guerra.
Croazia 2005 Clup – De Agostini La Croazia è molto conosciuta per la sua costa e le sue isole, ed in parte per la sua capitale, Zagabria. Vi è naturalmente anche altro … Nel libro invito proprio al viaggio “nell’altra Croazia”, quella che si nasconde oltre lo scultoreo massiccio dinarico che tiene lontane costa ed entroterra. Partirei dalla capitale, Zagabria, una piccola città di grande temperamento che vive un fermento culturale molto interessante, per poi scoprire la Croazia continentale, una terra da esplorare da viaggiatori, un quadro intatto, dimenticato dai turisti. Colline, vigneti, boschi di querce, cicogne, cumuli di fieno, contadine dalle gonne a ruota e i fazzoletti ricamati a tinte forti. E’ il mondo degli artisti-contadini na√Øf, nati in queste zone, regioni abitate da una varia umanità, molto cosmopolita, intellettualmente vivace e colta.
Sono queste le terre nebbiose bagnate dalla Sava, dalla Drava e dal Danubio, quelle stesse aree consigliate da Paolo Rumiz che, in un incontro a Trieste, chiude simbolicamente il mio viaggio della guida. E’ roseo il futuro turistico della Croazia?
Si sta interpretando a suo avviso bene quest’ultimo o vi è il rischio di una depauperazione del territorio come avvenuto in alcune zone, in particolare costiere, di Italia e Spagna? Sicuramente il futuro turistico della Croazia è roseo! Se qualche anno fa in estate si sentiva parlare solo italiano e tedesco, le ultime stagioni hanno visto l’arrivo di turisti da tutto il mondo, molti francesi e americani; questi ultimi, tra l’altro, stanno acquistando ville e isolotti nel sud della Dalmazia, vicino a Dubrovnik.
Il pericolo del boom turistico c’è! Manca una reale politica di tutela del territorio che impedisca la cementificazione selvaggia. Da una stagione all’altra fioriscono case e ville, proprio lungo il litorale e sulle isole. Se la costa dell’Istria occidentale ha perso in parte il suo fascino per la presenza di alberghi e insediamenti, la Dalmazia corre lo stesso rischio. Confido tuttavia nell’intelligenza di una parte della popolazione croata che, consapevole dello scempio compiuto da noi italiani dall’altra parte dell’Adriatico, vuole difendere il suo enorme patrimonio ambientale. Croazia 2005 Clup – De Agostini Il cammino della Croazia verso l’UE sta risultando più difficile del previsto. Dopo la bocciatura della nuova Costituzione europea da parte dei cittadini francesi ed olandesi questa prospettiva purtroppo sembra allontanarsi. Il turismo può favorire la conoscenza reciproca tra gli altri Paesi europei e la Croazia, può aiutare a far nascere una comunanza europea che includa anche i cittadini croati? O resta un fenomeno che poco può influenzare questo percorso? Purtroppo non credo che il turismo possa sortire degli effetti così importanti, mi piacerebbe molto fosse così! Non basta purtroppo un viaggio serve piuttosto un dialogo continuo tra i Paesi, insomma una politica di integrazione culturale ed economica con quegli Stati che hanno avanzato la loro candidatura nell’UE. L’intento delle guide Clup è quello di fornire una chiave critica, una possibilità di entrare e vivere consapevolmente il Paese e quindi di creare conoscenza.
Alcuni turisti che arrivano in Croazia, non esclusi i nostri connazionali, si portano dietro una buona quantità di pregiudizi e forse vengono accolti da qualche croato con altrettanta diffidenza. Il viaggio aiuta a raccontarsi, a conoscersi, e porta tutta l’energia positiva di un incontro, ma credo purtroppo questo sia solo un inizio. Le paure che affliggono, in questo momento, alcuni europei hanno radici molto profonde. Alziamo invece lo sguardo all’intero sud est Europa, dovesse partire tra qualche settimana per due settimane di viaggio. Dove andrebbe? Mi piacerebbe fare un viaggio in Macedonia, uno dei Paesi più trascurati e forse dimenticati della Ex-Jugoslavia, una terra da esplorare. Chiuderei poi il viaggio lungo le coste selvagge del Montenegro.
Ed invece quest’inverno? Quale possibile meta? Belgrado e Sarajevo: neve, locali fumosi, chiasso balcanico, due tappe necessarie per capire quello che Paolo Rumiz chiama “il nostro Oriente”. Due città dove tornare, per ascoltare le storie fantastiche del vecchio mondo che solo gli slavi sanno ancora raccontare. CROAZIA Vanessa Tonnini Clup – De Agostini, 2005