di Artan Puto, Tirana
Il Ministero Albanese della cultura ha deciso di intraprendere questa estate alcune iniziative a difesa della ricchezza culturale del paese. Da alcuni anni si nota un’inversione di tendenza da parte delle istituzioni pubbliche che si stanno mostrando più attente rispetto al recente passato nei riguardi della protezione del patrimonio culturale sotto loro tutela.
Dopo la caduta del regime comunista nel 1990, e per una decina d’anni, il caos nel quale è cascato il paese ne ha seriamente messo in pericolo il patrimonio culturale. Prima del 1990 il regime si occupava di restaurare le città di interesse storico e artistico come Berat e Gjirokastra, così come realizzava scavi archeologici a Butrinto , Apollonia, Finiq, Bylis,etc.
Il crollo del sistema si è accompagnato ad una crisi finanziaria che ha costretto le istituzioni albanesi a tagliare i fondi per queste iniziative con il risultato che il patrimonio architettonico delle città antiche e quello archeologico è stato messo a dura prova sia dall’abbandono che dalle costruzioni abusive.
Negli ultimi tempi le istituzioni albanesi hanno iniziato l’inversione di tendenza appunto ricominciando a prestare attenzione alla ricchezza artistica e museale del paese. Due anni fa il Ministero della Cultura, in collaborazione con la fondazione Soros, ha completato il restaurato del Museo Nazionale “Onufri” di Berat dove è custodita una bellissima collezione di 100 icone medievali. Il museo si trova nel vecchio quartiere del castello che domina la città e dove vi sono anche sette chiese medievali da poco restaurate e finalmente visitabili dai turisti.
Negli ultimi cinque anni l’Albania ha preso parte anche al programma “i giorni dell’eredita culturale europea” organizzato dal Consiglio d’Europa. L’anno scorso il Ministero della Cultura, in collaborazione con l’amministrazione locale di Gjirokastra, ha preparato la documentazione per consentire alla città di ottenere lo status di “patrimonio culturale dell’umanità” secondo l’UNESCO.
L’ottenimento di questo status aprirebbe la strada ai finanziamenti internazionali che consentirebbero di restaurare l’antico castello della città ed i vecchi quartieri.
Le rovine di Butrinto sono l’unico centro albanese dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO ed il suo parco archeologico è sostenuto dall’UE, dalla Banca Mondiale e dalla fondazione albano-britannica “Butrinto “. Da tre anni nella antica città viene organizzato il Festival Internazionale dei Teatri.
Quest’anno il Ministero della Cultura ha organizzato un progetto particolare per proteggere Butrinto: la direzione delle politiche giovanili del ministero ha messo in piedi un progetto a cui prenderanno parte 160 giovani provenienti dall’Albania, dal Kosovo e da altri paesi e reclutati dai licei e dall’università. Il progetto mira a promuovere durante la stagione estiva il volontariato giovanile a protezione della città antica. Il lavoro dei volontari sarà condotto in collaborazione con il Parco di Butrinto, l’Istituto Archeologico e con l’Istituto dei Monumenti di Cultura. I giovani, organizzati a turni da luglio fino a fine agosto, lavoreranno alla protezione del parco archeologico. Si prevede che i ragazzi si occuperanno della pulizia delle rive del lago, metteranno i cartelli-guida all’antica città e faranno da guide turistiche per i turisti che verranno visitare il sito durante l’estate e distribuiranno ai turisti anche brochure e guide su Butrinto e la città di Saranda. Alcuni studenti faranno un lavoro più specializzato aiutando gli archeologi a sistemare, pulire ed restaurare gli oggetti trovati durante gli scavi. Infine i volontari cercheranno di sensibilizzare gli abitanti della zona circostante circa il valore culturale e l’importanza che Butrinto antica riveste per lo sviluppo economico della località e quindi del miglioramento della loro vita in futuro.
Gli specialisti della Direzione delle Politiche Giovanili hanno detto all’OB che sperano che l’iniziativa di quest’anno diventi in futuro un esempio di volontariato permanente, stimolando i giovani locali a difendere il patrimonio culturale del paese. La speranza è che questa iniziativa serva ad esempio per stimolare il volontariato giovanile e consenta di sviluppare in futuro progetti analoghi in altre zone del paese.
Dall’altro canto l’Istituto dei Monumenti di Cultura, istituzione del Ministero della Cultura, ha presentato con la fondazione francese Patrimoine sans frontieres un progetto che inizierà nel mese di agosto per il restauro della città medievale di Voskopoja nel sud-est del paese. Voskopoja fu un importante centro culturale nei Balcani della fine del XVII secolo ed è famosa per le sue chiese, i monasteri, l’accademia ed per la sua topografia. L’accordo di collaborazione siglato tra l’Istituto dei Monumenti Culturali e la fondazione francese Patrimone sans frontieres nel novembre del 2002 prevede che si intraprenderanno iniziative per la protezione e la valorizzazione di Voskopoja per farla tornare al suo antico splendore.
Secondo gli specialisti dell’Istituto dei Monumenti di Cultura il Consiglio dei Ministri sta per approvare la proposta del Ministero della Cultura di dichiarare Voskopoja “zona protetta”, come è per Kor√ßa ed Apollonia. Gli specialisti dicono che con questo status si consentirebbe la difesa dalle costruzioni abusive sia della città vecchia di Voskopoja che del territorio circostante. Attualmente l’Istituto dei Monumenti di Cultura ha sotto la sua amministrazione 5 basiliche ed un monastero della cittadina meridionale. Dal canto suo, la presidente della fondazione francese Beatrice de Durfort afferma che il loro scopo è quello di far arrivare il sito di Voskopoja sulla lista del World Monuments Watch. Grazie alla collaborazione tra l’Istituto dei Monumenti di Cultura e Patrimoine sans frontiere fino ad oggi sono stati raccolti 100.000 € che serviranno per il restauro degli interni delle chiese e del monastero della cittadina.
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